I preparativi della spedizione in Egitto

I preparativi della spedizione in Egitto

Dopo la sconfitta dell’Austria in Italia, Napoleone Bonaparte convince il Direttorio ad affidargli il comando generale di una spedizione per conquistare l’Egitto. Continuava la guerra contro l’Inghilterra che, padrona del mare, con la sua poderosa flotta, rimaneva inafferrabile per le forze della Rivoluzione. Conquistando l’Egitto i francesi potevano utilizzarlo come base per ostacolare i traffici commerciali britannici nel levante e soprattutto con le sue colonie indiane. Il Direttorio fu felice di destinare Bonaparte a tale impresa, temendo infatti che il vittorioso generale potesse sfruttare la sua popolarità nell’esercito e nel popolo per impadronirsi del potere politico.


Imbarco dell'Armata d'Egitto a Tolone nel 1798Imbarco dell’Armata d’Oriente a Tolone


Nelle sue Memorie istoriche sopra la spedizione in Egitto di N. Bonaparte Jean Gabriel di Niello-Sargy ci fornisce un’importante testimonianza sulla campagna napoleonica in Egitto e in Siria.Di questo autore non ci sono pervenute molte informazioni. Lo storico francese Alphonse de Beauchamp, che ha curato l’antologia intitolata Mémoires secrets et inédits pour servir à l’histoire contemporaine pubblicata nel 1825, ci fornisce pochi cenni biografici: Jean Gabriel, ancora giovane, partecipa, come ufficiale d’ordinanza in forza allo stato maggiore generale, alla spedizione in Egitto del 1798, di cui ci lascerà un’importante testimonianza. Nel 1801 invece prende parte, sotto il comando del generale Charles Leclerc, al corpo di spedizione inviato dal Primo Console Bonaparte a Santo Domingo [vedi: Una descrizione di Toussaint Louverture] dove troverà la morte nel fiore degli anni.

Niello-Sargy ci lascia una vivace descrizione dei preparativi della spedizione in Egitto. Racconta che al suo arrivo a Tolone nel maggio del 1798, trova la città in pieno fermento: “arrivavano d’ogni banda delle vicine coste immensi convogli, una foresta d’alberi sembrava emergere dal mare, la spiaggia era ricoperta di soldati, di cavalli, e di attrezzi guerreschi”. Grandi quantità di uomini in armi andavano a concentrarsi non solo nei dintorni di Tolone ma anche a Marsiglia, Ajaccio, Genova e Civitavecchia.

A Tolone arrivavano scienziati e artisti nonché un gran numero di medici e chirurghi che si andavano smistando sui convogli alla fonda nel porto. Sotto la supervisione del medico capo Desgenettes si provvedeva che questi fossero ben riforniti di strumenti e di medicinali, ogni bastimento al di sopra di cento uomini poteva contare un ufficiale di sanità e le necessarie forniture.

Il 9 maggio giunse in città il generale in capo Napoleone Bonaparte. Il suo arrivo risultò inaspettato in quanto era stata fatta circolare la falsa notizia che sarebbe giunto a visionare il porto il ministro della Marina. L’arrivo del comandante però non servì a chiarire le ragioni di questi grandi preparativi. Sulla possibile destinazione della spedizione correvano le più disparate ipotesi: chi diceva il Portogallo o il Brasile, chi l’Inghilterra o l’Irlanda, altri la Sardegna, la Sicilia o la Crimea, altri ancora la Barberia con Tripoli, Algeri o Tunisi, gli esperti uomini di mare però non si dimenticavano dell’Egitto.

In questa grande confusione Niello-Sargy ci racconta che qualcuno aveva intuito la meta e esponeva le sue deduzioni: “Io non sono iniziato nel segreto del governo … ma supponendo in lui [nel comandante in capo] dell’energia, e ben anco dell’audacia, gli suppongo egualmente dei lumi, e della prudenza. Ora il semplice buon senso dimostra a sufficienza che incrociando l’ammiraglio Jerwis nello stretto di Gibilterra, con una squadra dì lunga mano superiore alla nostra, ci è impossibile tentarne il passaggio, in ispecial modo con un convoglio di trecento vele, perciocché questo sarebbe il colmo della demenza. è dunque per me evidente che la spedizione non può esser destinata né per l’Oceano né per alcun punto del continente a contatto coll’Oceano. Quanto al Mediterraneo, la Sardegna non merita presso a poco le spese d’un tale armamento. Né la Sicilia può esserne maggiormente l’oggetto, avvengaché il trattato di Campoformio la pone per il momento insieme con Napoli al coperto d’ogni ostilità dal canto nostro. Finalmente la Crimea non essendo per noi accessibile che per Io stretto dei Dardanelli, ed i turchi essendo in pace con la Russia, la Porta non può permettercene il passo. Credo quindi bastantemente dimostrato che l’armamento non prende di mira nel Mediterraneo né la Sardegna, né Napoli, né la Sicilia, né la Crimea, e meno ancora ha l’oggetto di distruggere qualche nido di corsari a Tunisi, Algeri, e Tripoli. Definitivamente adunque non può esser diretto se non contro l’Egitto”. A parlare così è stato il comandante dell’Aquilon Antoine René Thevenard, figlio del viceammiraglio Antoine Jean Marie Thevenard, che morirà all’età di 32 anni ad Aboukir nella Battaglia navale del Nilo, il 1° agosto 1798, ucciso da un colpo di cannone.

A ridosso della partenza ormai si erano dileguati tutti i dubbi. Il generale Bonaparte aveva infatti comunicato la destinazione all’ammiraglio Francois-Paul Brueys, comandante della flotta, e aveva dato ordine che gli venisse preparato a bordo della nave ammiraglia un comodo letto “come ad un uomo che sarebbe stato male durante tutto il tragitto”.

Il 18 maggio Napoleone si imbarca sull’Orient con il capo di stato maggiore Berthier, il comandante del genio Dufalga, il comandante dell’artiglieria Dommartin e il chirurgo capo Desgenettes. Con loro si imbarcano anche gli aiutanti di campo del generale in capo: Duroc, Luigi Bonaparte, Croisier, Sulkousky, Julien, Eugenio Beauharnais e Lavalette [vedi: Lavalette]; diversi aiutanti generali dello stato maggiore, molti segretari e alcuni ufficiali, tra questi anche Jean Gabriel di Niello-Sargy.
La partenza era prevista per il giorno seguente, prima tappa l’isola di Malta.

E. Beviglia

 

Bibliografia:

Jean Gabriel di Niello-Sargy, Memorie istoriche sopra la spedizione in Egitto di N. Bonaparte, Tipografia Pirotta, Milano 1835.
Alphonse de Beauchamp, Mémoires secrets et inédits pour servir à l’histoire contemporaine, Vernarel et Tenon libraires, Parigi 1825.
Louis Antoine Fauvelet de Bourrienne, Storia della Spedizione dei Francesi in Egitto, Tipografia Pirotta, Milano 1835.
Antoine-Marie Chamans, Memorie e rimembranze del conte Lavalette, Tipografia Pirotta, Milano 1840.
Jean Tulard, Napoleone, Rusconi, Milano 1980.
David G. Chandler, Le campagne di Napoleone, Edizioni Rizzoli, Milano 1998

 

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